Terapia contro la Leishmaniosi
La leishmaniosi canina (CanL) è una patologia molto complessa, il cui trattamento terapeutico rappresenta ancora oggi un problema di non facile soluzione. In questa sezione, pertanto, potranno essere prese in considerazione solo alcune tematiche riguardanti la terapia di questa temibile zoonosi, richiamando l’attenzione del lettore sulla necessità di inquadrare clinicamente i cani infetti, in maniera quanto più precisa possibile, prima di intraprendere qualsiasi decisione terapeutica.
Come trattare? Va premesso che i principali farmaci anti-Leishmania sono stati ideati e sviluppati in fasi pre-cliniche e cliniche esclusivamente per la terapia delle leishmaniosi umane e solo successivamente sono stati studiati ed utilizzati nel cane. Di seguito saranno schematicamente descritte le molecole che attualmente vengono utilizzate dai medici veterinari in Italia, ed in generale nel resto d’Europa; deve essere ricordato che un farmaco anti-Leishmania, prima di essere utilizzato nella pratica clinica, dovrebbe essere stato testato nell’ambito di studi clinici randomizzati controllati, adeguatamente potenziati per rilevare eventuali differenze statisticamente significative e clinicamente rilevanti tra il gruppo sottoposto al trattamento oggetto di studio e il gruppo di controllo.
Come descritto nelle linee guida precedentemente citate e come già sottolineato da altri Autori (Noli, 2005), quasi tutti gli studi riportati in letteratura veterinaria presentano numerose carenze metodologiche che a volte non rendono sufficientemente chiare le motivazioni riguardanti l’uso di un determinato protocollo terapeutico. Le carenze più frequentemente rilevabili riguardano l’assenza di studi in cieco, il mancato uso di gruppi controllo, la numerosità campionaria inadeguata agli scopi dello studio, l’utilizzazione di gruppi di cani non omogenei e quasi mai paragonabili con quelli di altri lavori analoghi, l’estrema variabilità dei criteri diagnostici e clinici, l’estrema variabilità dei criteri di “guarigione” clinica e/o parassitologica; l’estrema variabilità dei periodi di follow-up, spesso anche temporalmente inadeguati, l’ estrema variabilità dei dosaggi e tempi di terapia, anche per lo stesso farmaco utilizzato. Gli articoli identificati attraverso la revisione della letteratura consentono lavalutazione dei seguenti farmaci nella terapia della leishmaniosi canina, elencati secondo il numero decrescente di pubblicazioni:
- Antimoniali (numero di studi = 34)
- Allopurinolo (numero di studi = 19)
- Miltefosina (numero di studi = 8)
- Amminosidina (numero di studi = 4)
- Amfotericina B (numero di studi = 3)
- Pentamidina (numero di studi = 1)
- Spiramicina/Metronidazolo (numero di studi = 1)
- Enrofloxacina (numero di studi = 1)
- Marbofloxacina (numero di studi = 1)
- Domperidone (numero di studi = 1)
Risulta evidente, pertanto, che l’utilizzo di alcuni farmaci anti-Leishmania spesso non è confortato da un valido supporto scientifico. Di seguito, vengono riportati i dosaggi dei farmaci anti-Leishmania per i quali esistano almeno 3-4 referenze bibliografiche internazionali.